«Savers are losers» – «I risparmiatori sono perdenti»
Robert T. Kiyosaki
Investire è l’attività che, volente o nolente, dovrai cercare di padroneggiare a tutti i costi: più bravo sarai ad investire i tuoi soldi, meglio vivrai, potendoti permettere di spendere molto di più in beni o servizi e, se riuscirai a creare sufficiente valore durante questo processo, anche vivere di rendita.
Immagino che il 99,99% degli italiani abbia ricevuto le medesime “regole di ingaggio” dai propri genitori: «Cerca di non spendere tutti i tuoi soldi!». Certo non ti avranno detto: «Mi raccomando, hai speso tutti i tuoi soldi? Non vorrai mica che ti resti qualcosa?!?».
Battute a parte, è normale che, quando si cerca di gestire al meglio le proprie entrate, la prima cosa su ci si concentra è cercare di risparmiare qualcosa. D’altro canto, non si sa mai: potresti averne bisogno in futuro.
Ma allora perché Kiyosaki dice che chi risparmia è un perdente?
Leggi tutto l’articolo ed avrai il mio particolare punto di vista, sicuramente differente da quello che potrai ricevere dai mainstream tradizionali.
Il nemico da battere
Per farti capire la forza che dovrai contrastare, ti faccio un esempio. Pensa ai tuoi risparmi come ad un enorme cubetto di ghiaccio che, piano piano, si scioglie, diventando sempre più piccolo.
Questo è il punto: Kiyosaki parla dei risparmiatori come dei perdenti, perché mettono da parte qualcosa che si svaluta, che perde valore nel tempo.
Quindi come conservare valore? Come fare in modo che quanto risparmiato oggi sia, come minimo, altrettanto valevole in futuro?
Il tuo obiettivo, infatti, è cercare di fare in modo che i tuoi risparmi, che hai accantonato evitando di consumare oggi, riescano a comprare almeno gli stessi beni e servizi a cui hai rinunciato nel futuro. Questo concetto viene definito come potere d’acquisto e, come saprai, purtroppo cala inesorabilmente nel tempo.
Quando ero piccolo con 200 lire, circa 10 centesimi di oggi, acquistavo un ghiacciolo: oggi spenderei molto, ma molto di più. Come è possibile? Le macchine confezionatrici attuali possono produrre assai di più e, sicuramente, le aziende avranno migliorato i loro processi produttivi. Non sarebbe normale pensare che, grazie agli enormi avanzamenti tecnologici che sperimentiamo ogni giorno, i nostri beni dovrebbero costare sempre meno e non, di contro, sempre di più?
Diventiamo sempre più bravi, veloci ed efficienti nel creare beni per cui questi oggetti dovrebbero essere più economici. Perché, allora, risulta invece comune, e quasi normale per tutti noi, pensare che i prezzi aumentino sempre? Nella realtà non dovrebbe succedere. Nel mio articolo «Conviene investire in oro?», ho calcolato personalmente che un Romano del II secolo a.C., circa 2.200 anni fa, pagava 1 kilogrammo di farina in oro più o meno quanto ti costa oggi. Alla faccia del ghiacciolo, eh?
Come mai, dunque, i prezzi salgono, anziché rimanere stabili o calare?
Il problema è insito nell’unità di conto, nella moneta con cui prezziamo beni e servizi. Dal fatidico giorno, il 15 agosto 1971, si è persa definitivamente la connessione tra carta ed oro e non c’è più stato un limite all’espansione della massa monetaria. Quel giorno la moneta fiat è ufficialmente nata.
Che cos’è la «moneta fiat»? Semplicemente, è la moneta che “si scioglie”, che vale sempre meno: dunque, dovrai sborsarne sempre di più per comprare le stesse cose. Per capire bene questo concetto, e imparare a conoscere il tuo nemico, ti consiglio di leggere l’articolo relativo all’inflazione, nonché quello sul servizio offerto da BullionVault.
Vivendo e lavorando, creando valore per gli altri, finirai per produrre valore anche per te stesso. Questo valore va ad ogni modo preservato, così da poterlo impiegare in maniera efficiente anche in futuro. Quindi è vero che il risparmio sta alla base di tutto, ma il tuo obiettivo è essere più bravo del tuo nemico: lui distrugge, ma tu costruisci più in fretta, lui perde valore ma tu ne acquisti con più velocità ed efficienza. Per fare questo, devi sapere come investire i tuoi soldi in maniera efficiente: anche un miliardo, moltiplicato per zero, fa sempre zero.
Come investire i tuoi soldi

Chiariamolo subito. Per rispondere alla domanda «come investire?», non basterebbero tutti gli articoli già scritti su Focus Crescita finora. Pertanto, il mio obiettivo sarà suggerirti alcuni semplici passi da compiere, che ti aiuteranno ad analizzare le opportunità a tua disposizione. Analizzando brevemente questi tre aspetti, potrai fare chiarezza e decidere con consapevolezza quale investimento corrisponde maggiormente alle tue aspettative.
Il primo passo: far crescere i tuoi risparmi più di quanto non si svalutino
L’obiettivo primario è battere l’inflazione,ma non ti piacerà “vincere facile”, utilizzando i dati Istat, chiaramente inadeguati. Personalmente il mio benchmark – parametro di riferimento per valutare la prestazione di un titolo o di un fondo d’investimento, o l’andamento del mercato in genere – è lo stock-to-flow. Credo di aver spiegato abbastanza bene il concetto di stock-to-flow nell’articolo sul Bitcoin: ti invito a leggerlo, se non sai di cosa sto parlando.
Per come la vedo io, come un aumento di capitale sociale diluisce tutti gli azionisti che non vi partecipano, quando viene iniettata nuova liquidità nel sistema economico, il potere d’acquisto della moneta già presente scende di conseguenza: di fatto, abbiamo una quantità maggiore di cartamoneta che insegue la stessa quantità di beni e servizi.
Nell’immagine che segue, puoi verificare l’inflazione ufficiale secondo l’Istat, l’aumento necessario per “adeguare periodicamente i valori monetari” dal 1861 al 2020.

Prendiamo a riferimento un periodo abbastanza lungo: gli ultimi dieci anni, ad esempio, dal 2010 al 2020. Per rivalutare il potere d’acquisto di 1 euro del 2010 ad un euro del 2020, dovrai moltiplicare per 1,096 (in pratica il 9,6% in più). Questo significa che, secondo l’Istat, per mantenere il tuo potere d’acquisto negli ultimi dieci anni, dovresti aver trasformato il tuo euro del 2010 in poco meno di un euro e 10 centesimi.
È davvero possibile che basti così poco? Guarda ora, con i tuoi occhi, quanti euro sono stati iniettati nel sistema dal 2010 al 2020, andati ad inflazionare, a togliere valore, a quelli che possiedi già.

Come puoi ben vedere, siamo passati da € 9.326 miliardi del 2010 a € 14.961 miliardi nel 2020. Si tratta di un incremento di oltre il 60%. I tuoi risparmi sono forse cresciuti dello stesso 60% dal 2010 al 2020? Se la risposta è affermativa, tutto bene. Altrimenti, è il caso di allarmarsi: «Houston, abbiamo un problema!».
Secondo alcuni, ciò non è in alcun modo legato all’inflazione. Potrebbe anche essere vero, ma a me piacerebbe che le regole del gioco fossero uguali per tutti: mi sembra, invece, di partecipare ad un gioco con varie penalità sulle mie spalle. Ti piacerebbe giocare a monopoli sapendo che, ad ogni turno, il totale dei soldi in possesso ai vari giocatori viene arbitrariamente aumentato di un 10%, che finisce sempre nelle mani di uno di loro? Lo potresti definire furto? Se i giocatori potessero liberamente acquistare e vendere le proprietà tra di loro non pensi che questo incremento della massa monetaria finirebbe per sbilanciare le sorti del gioco, facendo aumentare i prezzi?
In sintesi, se il tuo investimento non riesce a battere la vera inflazione, passa oltre: devi investire su altri asset.
Secondo passo: punta al flusso di cassa
Su questo aspetto ragiono in maniera diversa dai più. Per me, infatti, un investimento è un impiego di denaro che produce un flusso di cassa. La maggioranza delle persone, invece, pensa di più alla plusvalenza.
Quando acquisti un’azione a 10 e la rivendi a 15, avrai un guadagno di 5. In gergo, i 5 rappresentano una plusvalenza, ossia un plusvalore che hai ottenuto dal tuo investimento. Di contro, se tu fossi stato costretto a rivenderla ad 8, avresti avuto una perdita pari a 2: quella che viene definita una minusvalenza di 2.
Ebbene, la maggior parte delle persone si concentra sulla plusvalenza, non sul flusso di cassa che è in grado di generare dal suo investimento. Si fissa sulle possibilità, non sulle certezze. Quello che conta, invece, è il cash flow che sei in grado di ricevere: la plusvalenza, invece, è “il cacio sui maccheroni” che, eventualmente, ti farà sorridere ancora di più. Per chi dovesse “storcere il naso”, preciso che, se sei ragionevolmente sicuro che la tua plusvalenza è sicura, allora significherà un flusso di cassa atteso nel futuro, e potrai certamente prenderlo in considerazione.
Quindi, per investire, la prima discriminante è capire se stai impiegando i tuoi risparmi in un’attività o in una passività. In sintesi, come spiego sempre alle mie due bimbe, un’attività mette soldi nelle tue tasche, mentre una passività li toglie. Puoi approfondire questo concetto, scoprendo gli insegnamenti del libro «Padre Ricco Padre Povero».
Terzo passo: il rapporto rischio-rendimento ti soddisfa?
Dopo esserti assicurato di impiegare i tuoi soldi in un’attività, potrai decidere se sia la tua migliore opzione o se esistano altre attività da preferire. In genere, per decidere quale sia la tua opzione migliore, dovrai esaminare il rapporto rischio-rendimento, la relazione che mette a confronto la massima perdita potenziale (rischio) legata a un investimento, con il massimo profitto potenziale (rendimento) che può conseguire da un investimento. Normalmente, a maggior rendimento, corrisponde anche maggior rischio, ma non è sempre così. Del resto, poi, ognuno di noi accetta rischi diametralmente opposti, assegnando loro un valore anche molto differente.
Ad esempio, c’è chi è disposto ad acquistare, senza battere ciglio, SQUID, la criptovaluta creata per giocare a Squid Game, ispirato alla famosa serie coreana disponibile su Netflix. Di contro, però, c’è anche chi non tollera di avere un debito con un istituto di credito a fronte di un appartamento acquistato a scopo di investimento.
Fare questo tipo di analisi – mi rendo conto – può essere abbastanza complicato: con un po’ di abitudine e intelligenza, però, ce la farai. Un buon metodo potrebbe essere quello del trader: ogni volta che apre una posizione ragiona su due grandezze fondamentali.
- Il possibile guadagno: se il trade va come ti aspetti, quanto guadagnerai chiudendo la posizione al punto stabilito?
- La possibile perdita: devi guardare allo stop loss, lo «stop alla perdita», una strategia finalizzata a salvaguardare il capitale investito in un’attività finanziaria, se il prezzo del tuo investimento andasse in direzione contraria alle aspettative iniziali. Lo scopo di tale operazione, quindi, è semplicemente porre fine ad una posizione che tende a perdere valore. Se il tuo stop loss viene raggiunto, a quanto ammonterà la tua perdita potenziale?
A questo punto, potrai fare un rapporto tra i due valori. Ad esempio, se tu potessi investire 1000 euro, rischiando di perderne 100 e di guadagnarne 500, ti troveresti ad avere un rapporto rischio-rendimento di 5 a 1. Questo significa che, se tu fossi in grado di portare a termine con successo anche solo tre operazioni su dieci, finiresti con un profitto finale dell’80%.
Il punto essenziale da ricordare, comunque, è che solo nel 99% dei casi «a maggior rendimento corrisponde maggior rischio». Questo è vero esclusivamente con i prodotti finanziari, ma non è così per gli immobili, dove il tuo controllo è molto maggiore e parecchie incognite possono essere facilmente monitorate o annullate.
Diversificare o non diversificare?

«L’uomo saggio», ha detto Andrew Carnegie, «mette tutte le sue uova in un paniere e guarda il paniere».
Quante volte, invece, avrai sentito ripetere… «Non mettere tutte le tue uova in un paniere solo! Devi diversificare!». Ma è veramente così? Come spesso capita la risposta più azzeccata è una sola: dipende!
In primo luogo, la maggioranza delle persone pensa di diversificare, ma in realtà non lo fa per nulla. Ad esempio, se hai un patrimonio investito in azioni ed obbligazioni di svariate zone geografiche, differenti settori ed in piccoli lotti, penserai di essere ben diversificato, ma in realtà non lo sei affatto. Quando ci fu il fallimento di Lehman Brothers, infatti, azioni ed obbligazioni crollarono tutte all’unisono. Al contrario, se tu, ad esempio, avessi avuto entrate da affitti, non ti saresti neppure accorto di cosa stava succedendo. Questa sarebbe stata vera diversificazione, parte dei tuoi soldi nei mercati finanziari e parte in immobili.
La ripresa dalla crisi che ne seguì ci ha portato nell’eden degli investimenti finanziari, con tassi in diminuzione costante, fino addirittura a diventare negativi (ma si può anche solo pensare di prestare soldi a qualcuno per riceverne meno a scadenza?!), e disponibilità finanziarie create dal nulla a foraggiare le borse portandole alle stelle (ti ricordi la partita a monopoli di prima, vero?).
Personalmente, non credo nella diversificazione: ogni periodo storico ha le sue asset class di riferimento. Alcune di esse, perciò, saranno particolarmente appetibili e attrattive. Perché mai dovrei limitarmi? Questo ragionamento è certo più valido se il nostro controllo è molto elevato (ad esempio con gli immobili): non rischiamo che errori o malefatte altrui finiscano per danneggiarci in maniera veramente grave.
In conclusione, ognuno di noi ragiona a modo proprio e ha il suo stile: non esiste una soluzione che metta d’accordo tutti ed è giusto che sia così. Il pilota di Formula 1 guida sicuramente molto veloce anche su strada: certo, però, non potrebbe farlo.
Gli strumenti a tua disposizione

Quali strumenti hai a disposizione per investire i tuoi soldi? Ce ne sono un’infinità e, dal momento che non ho l’obiettivo di inserirli tutti, mi limiterò ad elencare quelli più diffusi, con cui probabilmente dovrai confrontarti, ti piaccia o no, nella tua vita.
Azioni
Un’azione è l’unità più piccola che può essere acquistata o scambiata di una società. Puoi acquistarle e venderle nella Borsa Valori dove la società è quotata. Alcuni titoli pagano un dividendo, cioè distribuiscono una parte dei loro utili agli azionisti. Il prezzo di tutte le azioni fluttua in base alla pressione della domanda e dell’offerta. Puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo «Azioni e obbligazioni».
Obbligazioni
Sono debiti che società, Stati o banche, emettono e collocano sul mercato. Normalmente, vengono pagati degli interessi, chiamati cedole. Puoi approfondire l’argomento leggendo l’articolo specifico «Azioni e obbligazioni».
Titoli di Stato
Un titolo di Stato è un’obbligazione dello Stato, collocata sul mercato allo scopo di finanziare il debito pubblico. Strategicamente, non mi sembra la scelta giusta in questo momento. All’enorme stampa di denaro in atto, infatti, vedo solamente tre possibili soluzioni:
- Default. Si chiama default di uno Stato la condizione in cui il governo di un Paese non è in grado (oppure, più raramente, si rifiuta) di pagare in tutto o in parte il proprio debito.
- Ristrutturazione del debito. Si tratta di una procedura che prevede un accordo con cui le condizioni originarie di un prestito (tasso, scadenza, importo effettivamente rimborsato, ecc.) vengono modificate per alleggerire l’onere del debitore.
- Inflazione. Inflazionando il debito, di fatto lo si distrugge, lo si annulla. In pratica, si trasforma il debito in una massa di moneta senza valore, magari da sostituire con una nuova valuta, che renda, di fatto, il debito precedente inesistente.
Conto deposito
Un conto deposito è un particolare conto che remunera i soldi che vi depositi. Normalmente, per avere interessi un po’ più elevati, sarà necessario vincolare i tuoi soldi. Questo significa che dovrai lasciarli nel conto, senza la possibilità di toglierli, per un periodo minimo di tempo. Gli interessi sono molto bassi e, se depositi somme ingenti, sarai a rischio bail-in.
Criptovalute
Sono la novità assoluta dell’ultimo periodo. Nella galassia delle criptovalute ci sono moltissime “fregature”: stai molto attento, se decidi di investire. Per quel che mi riguarda, esiste solo Bitcoin ma, indubbiamente, anche Ethereum è piuttosto interessante. Prestando le tue cripto, potrai ricevere interessi interessanti, ma dovrai sopportare il rischio di controparte, cioè la possibilità che questi soggetti non onorino i loro impegni.
Utilizzando le criptovalute per conservare valore, se lo vorrai, potrai fare a meno di intermediari, mantenendo direttamente “nelle tue mani” la tua ricchezza.
Fondi comuni di investimento
Un fondo comune di investimento è un insieme di prodotti finanziari gestiti da una società specializzata. Normalmente, anche se non evidenti, queste società trattengono delle commissioni di gestione chiamate in gergo «caricamenti». Scegliendo un fondo, puoi investire a tuo piacimento nei settori più disparati: agricoltura, biotecnologie, criptovalute e così via.
Fondo pensione
Parliamoci chiaro: chiunque pensi che le pensioni continueranno ad essere erogate, così come le conosciamo oggi, è sicuramente un ingenuo. Conservare ed accrescere la tua ricchezza sarà determinante per garantire il tuo tenore di vita futuro quando, anche se lo vorrai, magari non potrai più lavorare. Il legislatore ha ben pensato di consentire ai lavoratori di incanalare parti del loro reddito in questi fondi, garantendo loro una tassazione privilegiata. Questo avviene principalmente in due modi:
- le somme accantonate non vengono tassate, ma trasferite al lordo;
- anche quando preleverai il tuo capitale, potrai farlo a condizioni vantaggiose.
Immobili
Ah, quanto mi piacciono gli immobili! Se hai letto quanto ho già scritto in precedenza, saprai che sono convinto che, per poter definire gli immobili un investimento, occorre averli a reddito. Il trading immobiliare, infatti, non garantisce il ricevimento di flussi di cassa: è esattamente uguale ad acquistare un’azione e venderla successivamente. Il grande vantaggio dell’investimento immobiliare è il controllo: sei tu in cabina di regia e quindi, nel bene o nel male, sarai responsabile del 99% del successo del tuo investimento.
Questo può essere uno svantaggio, ma certamente anche un grosso vantaggio. Se vuoi approfondire questa fantastica opportunità, ti consiglio di leggere «Vivere di rendita con gli immobili» e «Quanto ti resta in tasca dell’affitto». Puoi anche dare un’occhiata ai nostri immobili a reddito che puoi acquistare direttamente, conseguendo una rendita immediata subito dopo l’acquisto.
Oro
Lo ammetto: anche l’oro mi piace un sacco. È l’unica vera moneta, la «moneta degli dei», come la chiama Kiyosaki. Puoi convertire il tuo oro in qualunque valuta mondiale senza alcun problema, e puoi scambiarlo con beni o servizi in qualsiasi parte del pianeta. Mantenendo la tua ricchezza in oro, potrai conservare il tuo potere d’acquisto, o almeno così è stato negli ultimi millenni. Puoi imparare di più sul metallo giallo leggendo «Investire in oro» oppure l’articolo su «BullionVault», il servizio che io stesso utilizzo.
Polizze Unit (o Index) Linked
Questo tipo di polizze, con cui ho raccolto personalmente solo delusioni, quando da giovane mi sono affacciato per la prima volta al mondo degli investimenti, sono polizze vita collegate ad altri prodotti finanziari. I caricamenti sono elevatissimi: sottoscrivendole, non solo pagherai commissioni sul collocamento della polizza, ma anche su tutti i prodotti finanziari contenuti all’interno. Per questo tutti si danno da fare a collocarle. Non sono titolato ad esprimere un parere sull’argomento: personalmente, però, ne starei alla larga.
Conclusioni

Non ci sono dubbi: gestire le proprie finanze con maggior successo equivale a vivere con minore sforzo e con più soddisfazione. Tutti i lettori che riusciranno, o stanno riuscendo con successo, a investire in maniera efficace i propri risparmi, aumenteranno il loro tenore di vita anno dopo anno, in una lenta ed inarrestabile ascesa. Il nome «Focus Crescita» non è stato mica scelto a caso! Tieni presente, comunque, che, anche se parliamo di investimenti, non forniamo consigli di nessun tipo, esterniamo semplicemente il nostro pensiero, sperando di aiutare quante più persone possibili.
Se hai bisogno di aiuto specializzato per i tuoi investimenti, infatti, ti consiglio di farti assistere da un consulente finanziario. Ti suggerisco di sceglierne uno indipendente, che non debba fare gli interessi di nessun altro oltre che i tuoi, con costi chiari e trasparenti.
Ad ogni buon conto, se hai bisogno di una consulenza o di un parere disinteressato, contattami, sono a tua disposizione. Inoltre, se vuoi valutare una diversa tipologia di investimento, puoi dare un’occhiata ai nostri immobili già a reddito, pronti a produrre un guadagno chiaro e prevedibile sin dal primo giorno.
In bocca al lupo!