«Savers are losers» – «I risparmiatori sono perdenti»
Robert T. Kiyosaki
Il BTP 2050 è un titolo di Stato italiano, con codice ISIN IT0005398406, emesso il 1° settembre 2019, al prezzo di 99,28, leggermente sotto la pari. Questo BTP paga cedole semestrali lorde pari all’1,225%. Acquistandolo, conseguirai rendimento semestrale dell’1,072%: mi verrebbe voglia di definirlo «esilarante».
Non nascondo di essere sorpreso. Nel momento in cui scrivo, infatti, questo BTP è forse quello con la cedola più bassa mai emessa fino ad oggi per simili durate. Eppure, la richiesta è stata superiore all’offerta di quasi 7 volte.
Ti fornirò la mia opinione su questo BTP 2050 tanto richiesto e, in generale, su un simile tipo di investimento. Importante, però, è che sia tu a capire che cosa rischi e cosa guadagni, investendo i tuoi preziosi risparmi in tale strumento finanziario. Leggi l’articolo fino alla fine: avrai ogni informazione per decidere informato.
Premessa

Che cos’è un BTP? I BTP sono titoli del Tesoro a lungo termine:titoli di stato con scadenze superiori a 10 anni. Quando acquisti un titolo del Tesoro a lungo termine, accetti di prestare denaro al governo per un periodo di tempo concordato, finché l’obbligazione raggiunge la scadenza.
I titoli del Tesoro a lungo termine hanno scadenze più lunghe rispetto agli altri: maturano tra 10 e 30 anni dalla data di acquisto. Sono chiamati «a lungo termine», per differenziarli dai buoni del Tesoro a breve termine, con scadenze pari o inferiori a tre anni dalla data di acquisto. Le obbligazioni a medio termine, o buoni del Tesoro, hanno una scadenza compresa tra tre e dieci anni.
Se hai intenzione di investire denaro, cui non avrai bisogno di accedere per 10 anni o più, un titolo del Tesoro a lungo termine può essere per molti un’opzione sicura. I buoni del tesoro offrono un ritorno sull’investimento: possono funzionare bene per investimenti strategicamente programmati.
Ad esempio, se sai che avrai bisogno dei fondi per coprire l’istruzione universitaria di un bambino in 10 anni, un buono del Tesoro a 10 anni offrirà un reddito garantito e praticamente nessun rischio di perdita. Oppure, se hai intenzione di acquistare una casa tra 15 anni, puoi programmare il tuo investimento in buoni del Tesoro, in modo che corrisponda al momento in cui prevedi di aver bisogno dei soldi.
Identikit del BTP 2050
- Denominazione: BTP Tf 2,45% St50 Eur. È il suo nome ufficiale, la sigla con cui viene denominato.
- Codice ISIN: IT0005398406. Se non lo sapessi, si tratta di un codice internazionale che identifica univocamente gli strumenti finanziari. La struttura del codice e le regole per la sua assegnazione sono stabilite dall’ISO («International Organization for Standardization») nello standard ISO 6166. Questo codice ti permetterà di individuarlo con chiarezza e sicurezza, quando vorrai acquistarlo o venderlo.
- Subordinazione: Senior. Se non sai che cosa significa, leggi l’articolo sul bail-in o quello su azioni e obbligazioni.
- Taglio minimo d’acquisto: € 1.000. In sostanza, dovrai investire minimo € 1000 o ogni suo multiplo: ad esempio, 11.000, 27.000 o 101.000.
- Tasso: 2,45%, con periodicità semestrale. Riceverai interessi annui lordi posticipati, pagati semestralmente il 1° marzo e il 1° settembre di ogni anno, per un totale pari al 2,45% del valore nominale del prestito.
- Scadenza: 31 agosto 2050. Potrai scambiarlo sul mercato di riferimento, il MOT, in qualunque momento, ma dovrai “separartene” forzatamente alla scadenza prevista, quando sarà rimborsato.
Vantaggi

Quali sono i vantaggi di cui godresti, acquistando il BTP 2050? Due: uno concreto, l’altro solo potenziale.
Tassazione agevolata
Il principale vantaggio è dato dalla tassazione agevolata rispetto alle alternative. In quanto titolo di Stato, infatti, la tassazione sulla rendita finanziaria è ridotta al 12,50% dal 26%: prevista, invece, in tutti gli altri casi. Se devi scegliere tra due opportunità similari, sostanzialmente due obbligazioni, ricordati di considerare questo aspetto.
Credito d’imposta
Un altro piccolo vantaggio è rappresentato dal credito d’imposta sui BTP. Di che cosa sto parlando? Te lo spiego subito.
Il calcolo è abbastanza complesso e, francamente, farlo esatto mi sembra inutile: le differenze in gioco sono minime. In poche parole, quindi, acquistando un BTP realizzerai tre tipologie di flusso:
- Il flusso di cassa relativo agli interessi attivi, che ti verranno pagati semestralmente a fronte del tuo investimento.
- Il reddito diverso, legato alla possibile plusvalenza: un potenziale reddito che conseguiresti se rivendessi ad un prezzo più alto di quello d’acquisto.
- La perdita in conto capitale, che realizzeresti acquistando il BTP ad un prezzo maggiore di quello d’emissione: a scadenza, riceveresti il nominale. Oppure, se tu fossi costretto a vendere ad un prezzo inferiore a quello d’acquisto, non avresti un reddito, bensì una minusvalenza. Tale perdita può essere utilizzata per compensare le altre plusvalenze, evitando di pagare il 12,50% previsto su quest’ultime.
Nel 99,99% dei casi ti troverai nel regime amministrato: la banca si occupa dei calcoli del caso, versando al fisco quanto dovuto. Il problema, però, è che la banca difficilmente si preoccupa di questo particolare aspetto. Molti investitori, così, non conoscendo tale particolare vantaggio, finiscono per perdere l’occasione, non sfruttandola affatto. Quindi, se sei in condizione di poterne trarre beneficio, fine anno si avvicina! La banca dovrebbe già inviarti in automatico la tabella con i crediti d’imposta. Se così non fosse, richiedigliela: vedrai che te la produrranno senza problemi.
Fai attenzione, però, a due possibili problemi.
- Per godere di questo vantaggio, dovrai ottenere, nello stesso anno o nei 4 successivi, una plusvalenza da compensare con tale minusvalenza. Ad esempio, se hai realizzato la minusvalenza nel corso del 2021, potrai compensarla solamente fino al 2025.
- Per sfruttare il tuo credito d’imposta, dovrai rivendere e successivamente ricomprare il tuo BTP, a partire almeno dal giorno dopo. Essendo costretto a movimentare il portafoglio, finirai per pagare due volte le commissioni legate a queste operazioni. Inoltre, considera anche che, il giorno seguente, potresti ricomprare il BTP a meno ma, in teoria, anche a un prezzo maggiore.
Svantaggi

Ed eccoci agli svantaggi: sfortunatamente, numerosi. Non sono insiti tanto nello strumento come titolo di Stato, quanto nelle caratteristiche specifiche di questa emissione, nonché su variabili più strategiche che pratiche.
Potenziale perdita in conto capitale

Per veicolarti al meglio il concetto, ti faccio una domanda. In quest’epoca di inflazione al rialzo, con tassi ai minimi storici e titoli che garantiscono addirittura un rendimento negativo, è più probabile un ulteriore abbassamento dei tassi d’interesse o, forse, un loro incremento? Rincaro la dose: puoi davvero pensare che i tassi si alzino da qui a poco meno di trent’anni?
Ebbene, se tu acquisti un BTP ed i rendimenti attesi dal mercato si alzano, subisci una potenziale perdita in conto capitale. Mi spiego. Se aspetterai il lontano 2050 per riavere i tuoi soldi, non subirai ovviamente alcuna perdita. Il problema nasce se intendi rientrare del tuo investimento prima della data di scadenza. Guarda lo schema seguente e tutto ti sarà più chiaro.

Come puoi vedere, se il rendimento atteso si eleva in maniera direttamente proporzionale, il tuo investimento perde valore. Perché? Semplice. Dato che il BTP 2050 paga una cedola fissa del 2,45%, se il rendimento atteso su tale investimento si eleva, come può guadagnare di più l’investitore che lo compra?
Leggi il paragrafo sull’esempio di calcolo del rendimento di un BTP: non potendo variare l’interesse pagato, il risultato si consegue abbassando la sua quotazione – il prezzo che un investitore dovrà pagare in quel momento per acquistare il titolo. Ovviamente, questo aggiustamento avviene anche all’opposto: causando, però, un incremento di prezzo, se il rendimento atteso scende.
Rischio sistemico

Se non hai letto altri articoli del blog, magari non sei consapevole di tale rischio: anche se latente e (spero) poco probabile, è a mio avviso assolutamente da valutare. In generale, dalla crisi finanziaria del 2007/2008, sono stati immessi nel sistema economico quantità esagerate, inimmaginabili, di valuta.
Aldilà di un fatto simile – molto preoccupante, ma che rimanda a un altro tipo di problema – avrai notato che anche i debiti degli Stati si sono innalzati, raggiungendo livelli elevatissimi. Il Covid-19 sta aggravando ulteriormente la situazione, con spese discutibili di importo altrettanto elevato.
Se sei italiano, saprai che il nostro debito pubblico era già da record. Ebbene, il BTP rappresenta proprio una piccola parte di tale debito. Quando tale passivo raggiunge livelli insostenibili, si può uscire dall’impasse in tre modi:
- Ristrutturando il debito.
Parlando di titoli di Stato, devo accennarti alle CACs, «clausole di azione collettiva», introdotte dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle finanze (n° 96717) del 7 dicembre 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 18 dicembre 2012 e divenuto esecutivo il 1° gennaio 2013. In breve, si tratta di regole, volute da Bruxelles nel trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), che consentono agli Stati europei in una situazione di difficoltà economica di ristrutturare il proprio debito, ricontrattando gli interessi riconosciuti, o allungando, modificando le scadenze dei Titoli di Stato già acquistati dei risparmiatori. In altre parole, a chi possiede titoli di Stato, è possibile che si imponga di partecipare al salvataggio del proprio Stato.
Ebbene, come forse avrai già capito, non si tratta di nulla di buono. Similmente a quanto accade per un istituto bancario in caso di bail-in, se lo Stato entra in difficoltà, può attuare una serie di aggiustamenti volti a sistemare i suoi disastrati conti pubblici. In sostanza, se lo Stato non dovesse riuscire ad onorare i propri debiti, potrebbe ristrutturarli per provare a farcela. Senza complicare troppo il discorso, lo Stato in crisi potrebbe, senza conseguenza alcuna, non rimborsarti a scadenza, ma solo in seguito, non pagare o ritardare il pagamento delle cedole, modificare l’interesse pattuito o ancora cambiando la valuta di rimborso. Pensa all’«Italexit», caro mio, e trema!
Ecco, se acquisti un titolo di Stato con durata superiore ad un anno ed emesso dopo il 31 dicembre 2012, sappi che ti esponi a questo rischio. Poi, a te valutarne la portata.
- Abbassando artificiosamente l’ammontare del debito, inflazionandolo.
Se i debiti non possono essere gestiti ristrutturando il debito, che cosa può mai fare uno Stato sull’orlo del fallimento? È già capitato centinaia di volte. Si svaluta troppo e l’inflazione fa capolino. Se stai anche solo valutando l’acquisto di un BTP 2050, dovresti aver già messo in conto di farti derubare: nel momento in cui scrivo, il BTP 2050 è quotato sopra la pari e l’inflazione è già ben più alta del 2,45%, il tasso attivo promesso.
Se leggi gli articoli «Inflazione», «Conviene investire in oro» o «BullionVault», potrai farti un’idea. Altrimenti, puoi usare la comoda funzione di ricerca presente su tutte le pagine del sito. Leggi altri articoli, oltre a questi, e fatti la tua idea: noi non diamo consigli, esprimiamo semplicemente il nostro parere. - Facendo default.
Che cosa resta allo Stato se, nonostante tutto, non trova altre strade? Il fallimento. Che cos’è il default? Consiste nel mancato rimborso di un debito, per quanto concerne sia gli interessi che il capitale. Un default può verificarsi quando un debitore non è in grado di effettuare pagamenti tempestivi, non effettua pagamenti o, ancora, interrompe i pagamenti. Individui, aziende e persino gli Stati possono fallire se non riescono a mantenere i loro obblighi sul debito contratto.
Calcolo del rendimento netto

Mentre scrivo queste parole, il BTP 2050 quota poco meno di 114. Tuttavia, in questa sezione, ti propongo due scenari d’acquisto, in base al fatto che tu acquisti il BTP ad un prezzo superiore o, invece, inferiore al valore nominale del titolo. Se lo acquisterai sotto la pari, ciò significa che lo hai pagato meno del suo valore nominale: a scadenza riceverai di più. Di contro, se lo acquisterai sopra la pari, avrai speso più di quanto ti sarà rimborsato.
I conteggi riportati come esempio ipotizzano che tu raggiunga la data di scadenza. Qualora tu venda prima il tuo BTP, non dovrai far altro che sostituire i 100 previsti a scadenza con il tuo valore di vendita.
Inoltre, il calcolo non tiene conto del fatto che, quando lo acquisterai, pagherai al venditore tutti gli interessi maturati fino a quel momento: in questo modo, sosterrai un valore d’acquisto effettivo leggermente più alto.
Esempio di calcolo sotto la pari
- Acquisto: 90. Se acquisti 10.000 euro nominali, sborserai 9.000 euro. Infatti, 90 : 100 = 0,90; € 10.000 x 0,90. Risultato, € 9.000.
- Interessi semestrali (calcolati sul nominale): 100 x 2,45% : 2 = 1,225 – tasse 12,50% = 1,072.
- Plusvalenza realizzata alla scadenza (capital gain): 100 – 90 = 10 x tasse 12,50% = 1,25.
- Totale rimborsato: 100 – 1,25 = 98,75.
In sintesi, a fronte dei 90 investiti, riceveresti 2,144 ogni anno (il 2,14% di interessi netti) e riavresti 98,75 nel 2050.
Esempio di calcolo sopra la pari
- Acquisto: 110. Se acquisti 10.000 euro nominali, sborserai 11.000 euro. Infatti, 110 : 100 = 1,10; € 10.000 x 1,10 = € 11.000.
- Interessi semestrali (calcolati sul nominale): 100 x 2,45% : 2 = 1,225 – tasse 12,50% = 1,072.
- Minusvalenza realizzata alla scadenza (credito d’imposta): 100 – 110 = -10 x tasse 12,50% = 1,25 (credito d’imposta da sfruttare, come già spiegato, entro i successivi 4 anni).
- Totale rimborsato: 100.
In sostanza, a fronte dei 110 investiti, riceveresti 2,144 ogni anno (l’1,94% di interessi netti) e, nonostante tu abbia pagato 110, riavresti 100 nel 2050.
Conclusioni

Francamente, non vedo come questo tipo di investimento possa rappresentare un vantaggio per un investitore. Sarà che sono abituato a rendimenti molto superiori, ma il confronto con un immobile posto a reddito è veramente impari. Investendo in un immobile a reddito, di qui all’anno 2050, avresti già riavuto indietro più volte il tuo capitale investito, lasciandoti solo il piacere di continuare a godere di una rendita perpetua sul tuo investimento iniziale. Non è preferibile? Se non vuoi impazzire, o perdere tempo in faticose ricerche, puoi sempre valutare uno dei nostri appartamenti a reddito, già pronti per darti una rendita mensile sin dal primo giorno dall’acquisto.
Prima di lasciare la pagina, ti consiglio anche di leggere l’articolo, appena pubblicato, «Come investire soldi?»: lì potrai approfondire il concetto di rischio-rendimento e, magari, avere il quadro complessivo legato all’argomento.
Preciso di nuovo: non sono un consulente finanziario e non sono assolutamente titolato a dare consigli di investimento. Per questi, ti invito a rivolgerti ad un professionista abilitato. Ad ogni buon conto, nessuno ci impedisce di farci una chiacchierata sui tuoi specifici problemi, se ritieni che io possa essere in grado di aiutarti a risolverli in qualche modo.
Non mi resta che augurarti buona fortuna!