Se stai valutando di iniziare a fare trading, oppure di acquistare titoli azionari a scopo di investimento, certamente vorrai sapere a quale tipo di tassazione sono soggetti. Le imposte rappresentano un costo che abbassa in maniera molto marcata il rendimento del capitale investito, per cui è bene sapere ciò che ti aspetta.
Come vedrai più avanti, leggendo l’articolo fino alla fine, solitamente tutta la gestione fiscale viene eseguita “dietro le quinte” dall’intermediario, tuttavia, se utilizzerai un conto estero od un intermediario non abilitato al servizio, te ne dovrai occupare personalmente.
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La Tassazione delle Plusvalenze Finanziarie (Capital Gain)
La principale forma di tassazione a cui sarai soggetto è quella prevista sulle rendite finanziarie, regolata dall’articolo 67 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi). È prevista un’aliquota fissa del 26% che dovrai pagare sui profitti generati dalla vendita delle tue azioni (la cosiddetta plusvalenza), oppure sui dividendi che percepirai nel periodo in cui sarai azionista.
Comunque, per capire a fondo il meccanismo di funzionamento, è necessario che ti introduca anche il concetto di minusvalenza.
La minusvalenza rappresenta la perdita subita al momento della vendita del tuo titolo. Finché lo tieni in portafoglio, infatti, non importa se guadagni o meno… la cosiddetta “contabilità” la farai al momento della vendita. La minusvalenza è un credito fiscale che potrai portarti in detrazione nello stesso anno in cui sorge e nei quattro successivi.
Esempio di Calcolo del Capital Gain
Ipotizziamo che tu abbia comprato azioni “Cani Stracci Oil” a 10 euro, e che tu sia riuscito a rivenderle poco dopo a 15 euro. Ti troveresti una plusvalenza (capita gain) di 5 euro a titolo. Su questo valore dovresti calcolare la tassa del 26% che, in questo caso, sarebbe pari ad € 1,30 ad azione. In pratica avresti avuto un guadagno netto di 3,70 euro ad azione (€ 5 – € 1,30 = € 3,70).
Qualora tu avessi maturato delle minusvalenze nell’anno in corso o nei quattro anni precedenti, al momento della vendita potresti scontare l’importo della tassazione dalla tua minusvalenza, recuperando di fatto l’imposta stessa.
La Tassazione sulla Vendita di Azioni in Perdita
Ma cosa succederebbe se vendessi delle azioni ad un prezzo inferiore a quello d’acquisto? In questo caso non dovresti pagare alcuna tassa, in quanto ti troveresti ad avere realizzato una minusvalenza e non una plusvalenza. Come ti ho già indicato nel paragrafo precedente, infatti, potrai utilizzare questa perdita per compensare gli eventuali utili futuri, a patto che tu riesca a farlo entro quattro anni. Per intenderci le minusvalenze del 2018 potranno essere recuperate entro e non oltre il 31/12/2022.
La Tassazione delle Azioni Estere
Se sei fiscalmente residente in Italia e se sei una persona fisica, di norma non avrai alcuna differenza fra la tassazione di azioni italiane o estere, pagherai sempre l’imposta del 26% prevista sulle plusvalenze di carattere finanziario.
Questo perché nella maggioranza dei casi, in base agli accordi sulle doppie imposizioni, le plusvalenze originate con questo tipo di titoli non sono imponibili nell’altro Stato ai soggetti residenti in Italia o comunque fiscalmente residenti in Italia.
È molto importante infatti utilizzare gli appositi moduli che dimostrino la tua residenza fiscale nel bel paese diversamente, qualora l’imposta straniera ti venga addebitata, non potrai comunque detrarla da quella italiana che sarà comunque dovuta.
Quando si Pagano le Tasse?
Tutto dipende dal tipo di regime nel quale ti trovi. Se sei nel regime dichiarativo, ti dovrai occupare personalmente di tutto, per cui pagherai le imposte dovute al momento in cui presenterai la dichiarazione dei redditi. Per fare questo dovrai far presente alla commercialista, o la persona che cura la redazione del documento, che hai realizzato plusvalenze e/o dividendi al lordo delle tasse. Non ti preoccupare, si occuperanno di tutto loro, dovrai fornire solamente tutta la documentazione del caso (estratti conto, lista dei movimenti del conto titoli, eseguiti acquisto e vendita, ecc.).
Diversamente, se sei nel regime amministrato, non dovrai fare nulla in quanto sarà l’intermediario o broker ad occuparsi di tutto. In gergo si dice che farà da “sostituto d’imposta”, per cui tratterrà quanto dovuto alla fonte, accreditando sul tuo conto corrente il provento della vendita al netto della tassa pagata.
Conclusioni
Come hai potuto vedere leggendo l’articolo, le regole sui titoli comunitari o italiani sono molto semplici. Diversamente, se andrai a pescare qualche titolo “esotico” quotato in chissà quale borsa mondiale, potrebbe essere necessario impiegare un po’ più di tempo per capire esattamente se dovrai pagare una qualche tassa oppure quale e quanta documentazione dovrai produrre per evitarlo.
In bocca al lupo!