Analisi di bilancio: scopri se stai creando valore

tempo di lettura
12 minuti
VOTO DEGLI UTENTI
0
(0)
Foto dell'autore
Scritto da Daniela

Dopo la Laurea in Economia e Commercio, le mie esperienze mi hanno portato dall’essere responsabile amministrativa di alcune società, a socia e parte attiva dell’azienda di famiglia. Quale sarà il mio prossimo passo? Migliorarmi e continuare ad accrescere le mie competenze, aiutando chiunque decida di mettersi in gioco e voglia puntare sulla propria crescita economica e personale.

“E’ necessario capire la contabilità e comprenderne le sfumature. La contabilità è il linguaggio degli affari.”

Warren Buffet

Se possiedi un’attività, non puoi esimerti dal controllarne l’andamento! Inoltre, se desideri investire i tuoi risparmi in titoli azionari, è indispensabile possedere competenze contabili!

Se non vuoi rimanere in balia degli eventi, ma vuoi effettuare scelte consapevoli, è fondamentale che tu possegga competenze anche in ambito amministrativo.

Per poter esprimere valutazioni in merito alla tua solidità patrimoniale, alla tua solvibilità o per sapere se stai generando ricchezza, non puoi esimerti dall’effettuare l’analisi di bilancio!

Qual è il punto di partenza per poter procedere con l’analisi per indici? Come si fa l’analisi di bilancio?

Per poter effettuare l’analisi di bilancio è necessario conoscere la contabilità di un’azienda. Si tratta infatti di uno dei principali strumenti per valutare e determinare il prezzo di acquisto, o il valore di una società.

Ricorda: le persone che non hanno la volontà di sforzarsi per imparare a leggere ed interpretare i bilanci ed i rendiconti finanziari, non dovrebbero decidere autonomamente quali azioni acquistare, in quanto il rischio potrebbe essere quello di subire grosse perdite!

In effetti attraverso la tenuta della contabilità aziendale è possibile giungere all’elaborazione del bilancio di esercizio, un mezzo essenziale di informazione periodica delle imprese e punto di partenza indispensabile per poter eseguire le nostre analisi.

Nel suo assetto tradizionale il bilancio di esercizio si compone di Stato Patrimoniale e Conto Economico.

Lo Stato Patrimoniale rappresenta la struttura del capitale di funzionamento dell’azienda ad una determinata data. Lo possiamo pensare come la fotografia delle fonti di finanziamento e degli impieghi in una data specifica. Evidenzia il capitale esistente alla fine dell’anno e che permetterà o meno all’azienda di continuare nello svolgimento della propria attività d’impresa. Per maggiori approfondimenti e dettagli ti consiglio comunque di leggere il mio articolo sullo Stato Patrimoniale.

Per quanto concerne il Conto Economico, esso rappresenta la struttura del reddito (guadagni derivanti dalla propria attività) riferita ad un determinato periodo. In questo caso si analizzano costi e ricavi che porteranno all’utile o alla perdita dell’esercizio. Per maggiori approfondimenti e se l’argomento ti incuriosisce, ti invito a leggere l’articolo ad esso relativo.

E’ importante sapere che, per assicurati che il sistema azienda rimanga un’entità autosufficiente e capace di creare valore, è necessario tendere al raggiungimento di un equilibrio economico e finanziario.

Indici di bilancio: prime nozioni

Qual è la funzione dell’analisi di bilancio per indici?

Semplice!

I valori del bilancio di esercizio possono essere oggetto di varie elaborazioni e procedimenti, dette analisi di bilancio. Le analisi di bilancio hanno lo scopo di approfondire le conoscenze dell’assetto dell’azienda e della funzionalità economico-finanziaria della gestione. Insomma gli indici ti possono segnalare se la tua azienda è equilibrio economico-finanziario o meno.

Tuttavia non devi dimenticare che l’efficacia dell’analisi di bilancio è strettamente legata al grado di trasparenza ed attendibilità dei dati presi in esame.

I valori di bilancio possono essere oggetto di analisi significative solamente se i bilanci da cui traggono origine sono redatti in base a corretti principi contabili: chiarezza, competenza, prudenza e comparabilità.

Inoltre è necessario tenere ben presente che le analisi di bilancio possono essere effettuate solamente dopo avere eseguito una riclassificazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico.

A titolo esemplificativo e per fornire una sorta di continuità, di seguito vorrei riproporre la riclassificazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico utilizzata nel mio articolo sugli indici di redditività, che ti invito a leggere per maggiori approfondimenti.

Stato Patrimoniale riclassificato

Per quanto riguarda lo Stato Patrimoniale vorrei farti notare che si tratta di una riclassificazione effettuata seguendo il criterio della liquidità per l’attivo e dell’esigibilità per il passivo (riferito ai debiti con scadenza entro ed oltre i 12 mesi).

Conto Economico riclassificato

A questo punto, prima di passare ad un’analisi più dettagliata degli indici, vorrei schematizzare il processo che è necessario mettere in atto per comprendere se la nostra attività sta creando valore o meno.

Tieni presente presente il seguente prospetto operativo:

Processo per l’analisi della creazione del valore

Quali sono i principali indici di bilancio?

Dopo questa doverosa introduzione, andiamo a vedere gli indici di bilancio in maniera più dettagliata.

Se volessi conoscere le caratteristiche e i diversi aspetti della gestione potresti dedicare un po’ di tempo ad analizzare i seguenti indici di bilancio:

Tieni presente che tutti questi indici sono fra loro collegati, proprio come sono collegati i diversi aspetti della gestione che si vogliono andare ad analizzare.

Quindi, a cosa serve un’analisi di bilancio? Diciamo che il significato ed i limiti dell’analisi per indici si possono riassumere così:

1 . Attraverso l’analisi per indici è possibile ottenere “indizi” e spunti di riflessione per capire verso quale direzione sta andando la gestione dal punto di vista economico, patrimoniale e finanziario. Talvolta si è in grado anche di individuare i sintomi di un cattivo andamento dei fatti aziendali. Si parla di valore “segnaletico” dell’analisi di bilancio.

2. Il grado di significatività di tali “indizi” dipende molto da quanto i bilanci risultano attendibili e da una buona tenuta della contabilità;

3. Tutti questi spunti di riflessione e sintomi vanno interpretati alla luce della condizioni dell’azienda e del mercato in cui si manifestano.

Poste queste precisazioni ed entro i limiti indicati, la possibilità di impiego dell’analisi per indici è notevole. Questo vale sia per il controllo della gestione passata che ai fini della programmazione futura.

Per quanto riguarda la gestione passata attraverso un esame coordinato degli indici economici, finanziari e e patrimoniali si può valutare la congruità rispetto alle aspettative che ci si era posti. Inoltre attraverso la comparazione temporale fra i diversi indici possono essere individuate delle tendenze in atto.

Gli indici di redditività

Gli indici di redditività forniscono informazioni in merito alla capacità dell’azienda di produrre ricchezza e ci dicono anche come questa ricchezza viene destinata.

L’obiettivo di questo tipo di analisi è quello di fornire informazioni in merito alla situazione economica dell’impresa. Potrai così capire se l’azienda sarà in grado di remunerare il capitale di proprietà e quello di debito dopo aver coperto i costi.

Al fine di approfondire questi importanti quozienti di bilancio, ti consiglio di leggere l’articolo specifico.

In ogni caso vorrei riepilogare i principali indici di redditività, facendoti notare le relazioni fra loro intercorrenti.

Rappresentazione grafica degli indici di redditività

Attraverso questo schema è possibile individuare una relazione di tipo economico tra ROI e ROE. Si tratta dello Schema di DuPont attraverso il quale è possibile valutare possibili manovre gestionali.

Facciamo un esempio.

Un’impresa con un basso livello di ROS, per ottenere un livello soddisfacente di ROI, dovrà rendere più produttivo il capitale investito. Nel caso in cui l’impresa abbia un basso Turnover, dovrà rendere più elevato il margine sulle vendite.

Il ROE può essere scomposto anche in maniera diversa per individuare una relazione fra ROI e ROE non più di tipo economico, ma finanziario: la leva finanziaria.

Infatti il ROE ha un andamento variabile rispetto al rapporto: Capitale Investito/Patrimonio Netto

Si tratta di un rapporto che delinea la struttura finanziaria dell’azienda, ovvero la composizione di capitale di rischio e capitale di terzi.

L’ipotesi alla base del concetto di leva finanziaria è la seguente:

  • Ogni risorsa ottenuta come debito si trasforma in capitale investito (CI), ovvero non è cassa o altra attività non appartenente alla gestione caratteristica;
  • Ciascuna unità investita in capitale è in grado di generare ricavi.

Se il ROI > ROD allora il ROE sarà maggiore del ROI, per cui avremo un effetto leva positivo (conviene indebitarsi)

Invece Se il ROI < ROD, il ROE sarà minore del ROI per cui avremo un effetto leva negativo (NON conviene indebitarsi)

Qualora lo Spread (ROI – ROD) sia positivo, il ROE aumenterà all’aumentare dell’indebitamento –> avremo un guadagno da indebitamento.

Nel caso opposto, si creerà una perdita da indebitamento. L’effetto leva funzionerà da “riduttore” del ROE.

Gli indici di solvibilità (o liquidità corrente)

Quando si parla di indici di solidità o liquidità corrente, si fa riferimento all’analisi della capacità di far fronte alle scadenze in essere nel breve periodo entro i dodici mesi successivi. Si tratta di rispondere alla seguente domanda: l’impresa è in grado di far fronte ai propri pagamenti entro l’anno?

Al fine di meglio comprendere come si giunge alla determinazione degli indici di solidità, ti propongo uno schema riepilogativo dello Stato Patrimoniale riclassificato secondo il criterio di liquidità/esigibilità.

Volendo comprendere un po’ meglio e scendendo più nel dettaglio, vediamo di rispondere a questa domanda: cosa si intende per liquidità immediate, differite, rimanenze?

Vediamo di riepilogare insieme per prima cosa le attività in cui individuiamo:

Attività riclassificate secondo il criterio di liquidità

Ti faccio notare che le giacenze di magazzino sono considerate investimento con realizzo a breve termine, per cui sono incluse fra le attività correnti, ovvero tutte poste ritenute liquide e che hanno la possibilità di essere trasformate in liquidità entro l’anno.

All’interno dell’attivo immobilizzato (che comprende attività materiali, immateriali e finanziarie ) abbiamo anche i crediti con scadenza superiore ad un anno. Si tratta di poste che non sono liquide e che non sono destinate ad essere trasformate in liquidità.

Per quanto concerne il passivo dobbiamo distinguere le poste in base al criterio dell’esigibilità.

Anche per questo ti propongo uno schema riepilogativo….

Passività riclassificate secondo il criterio dell’esigibilità (schema dell’autore)

Il Capitale Circolante Netto (Margine di disponibilità)

Le attività correnti rappresentano il CAPITALE CIRCOLANTE LORDO, mentre le attività immobilizzate rappresentano il capitale fisso.

Ti faccio una precisazione, questo schema di riclassificazione dell’attivo è diverso da quello di Stato Patrimoniale previsto dal codice civile. Infatti nel codice civile la distinzione fra attivo immobilizzato ed attivo non immobilizzato non è dato dalla scadenza, ma dalla destinazione. Infatti nel codice civile si parla di attivo circolante ed attivo immobilizzato. Qui invece la distinzione è fra attivo corrente ed attivo immobilizzato. Molte poste dell’attivo corrente sono anche circolanti ma non tutte…

Qui guardiamo alla scadenza, mentre nello schema previsto dal codice civile si guarda alla destinazione.

In quest’articolo, tuttavia non terrò conto di tale distinzione: per semplicità considererò tutte le poste correnti anche circolanti.

Vediamo il profilo della liquidità.

L’impresa è in grado di far fronte alle passività a breve? Per riuscire a pagarle deve avere un attivo corrente almeno superiore al passivo corrente.

Guardiamo questa differenza…

Formula margine di disponibilità

La differenza fra attività correnti (attività liquide o liquidabili entro l’anno) e passività correnti, rappresenta il CAPITALE CIRCOLANTE NETTO.

Il valore del CCN dovrebbe approssimarsi a quello delle passività correnti.

Affinché un’impresa o un’attività sia considerata liquida è necessario che il CCN sia maggiore di zero. In caso contrario potresti trovarti ad essere in una situazione di insolvenza. Di conseguenza, se non ci saranno cambiamenti nella gestione, potresti correre il rischio di non riuscire a pagare i tuoi debiti!

Come ben saprai l’insolvenza è una situazione nella quale l’impresa non è in grado di far fronte ai debiti in scadenza e comporta una serie di conseguenza giuridiche fra cui il fallimento!

Inoltre l’incapacità di pagare i propri debiti a scadenza comporta l’impossibilità di proseguire nella gestione, con il rischio che l’attività debba cessare. Insomma possono venir meno i presupposti alla base della continuità dell’impresa.

In condizioni ottimali il CCN assume segno positivo e rappresenta la quota di impieghi (investimenti aziendali) in attività correnti che può ritenersi coperta da fonti consolidate.

Un CCN con segno negativo, invece, evidenzia una posizione anomala dovuta al fatto che gli impieghi in immobilizzazioni, risultano coperti da passività a breve termine.

Il Quoziente di disponibilità

Tuttavia la congruità del CCN andrebbe vista anche in termini relativi, ovvero in relazione alla grandezza dell’azienda. Se volessimo valutare in termini relativi la solvibilità di un’azienda potremmo utilizzare il cosiddetto Quoziente di diponibilità (“Current ratio”):

Formula quoziente di disponibilità

Prendendo in considerazione il bilancio riclassificato mostrato all’inizio dell’articolo, avremo:

2.125.353/2.567.636= 0.83

La stessa cosa può essere ripetuta per tutti gli anni a disposizione. Nel nostro caso specifico, la situazione non è delle migliori, l’azienda non è in grado di far fronte ai debiti a breve termine con i fondi immediatamente disponibili.

Infatti l’equilibrio viene raggiunto nel caso in cui il rapporto sia maggiore > 1.

Il Margine di tesoreria

Inoltre, per essere ancora più rigorosi potremmo voler considerare unicamente le poste monetarie, escludendo le rimanenze di magazzino.

In questo caso avremo il margine (differenza) di tesoreria.

Il margine di tesoreria è dato dalla differenza fra le attività liquide (i crediti che scadranno entro l’anno) ed i debiti che andranno in pagamento entro l’anno.

Formula margine di tesoreria

Questo indice infatti si concentra su quella che è la liquidità dell’azienda (non tiene conto della rimanenze). Una prima condizione di equilibrio è data dal margine di tesoreria POSITIVO. Tuttavia nel caso in cui il margine di tesoreria sia negativo non è detto che la situazione sia del tutto catastrofica! Le rimanenze hanno pur un valore!!

Un’azienda dovrebbe essere in grado di far fronte alle proprie passività correnti (debiti verso fornitori e aperture di credito in conto corrente ad esempio), facendo ricorso unicamente alle proprie liquidità.

La gestione deve mantenere liquida parte del proprio capitale investito per non appesantire la struttura patrimoniale ed economica dell’impresa.

Prendendo in esame il bilancio riclassificato proposto all’inizio dell’articolo, per l’anno 2019 avremo:

(1.618.161+334.525) – 2.567.636= – 614.950

Il Quoziente di Tesoreria

Il margine di tesoreria espresso in termini relativi, viene definito quoziente di tesoreria. Si tratta del “quick ratio” o “acid test” e rappresenta un significativo completamento del quoziente precedente.

Formula quoziente di tesoreria

Questo quoziente esprime più chiaramente, anche se sempre in maniera approssimativa, l’attitudine dell’azienda a svolgere la sua gestione in condizioni di adeguata liquidità.

Il valore è espresso in termini unitari. Può andare da 0 a 1 (liquidità immediate e differite pari alla passività correnti) e da uno in poi (liquidità immediate e differite man mano più elevate delle passività correnti). Viene ritenuto espressione di una buona condizione di liquidità per valori prossimi ad 1. In caso sia minore di uno non indica una situazione drammatica, ma sicuramente di attenzione nella gestione!

(1618161+334.525)/2.567.636 = 0,76

In questo caso si conferma l’assenza di un’adeguata liquidità….Fai attenzione alla gestione!!!

Gli indici di Solidità (o liquidità differita)

Gli indici che abbiamo visto finora non ci dicono nulla di quello che succederà nel lungo periodo! Non dimenticare che l’azienda ha anche un passivo a medio lungo termine. L’azienda nel tempo deve essere in grado di far fronte alle passività consolidate.

Per questo esistono gli indici di solidità.

Cosa significa solidità? Un’impresa è ritenuta solida nel caso in cui sia capace di operare in condizione di equilibrio nel lungo periodo anche fronteggiando eventuali periodi di difficoltà o crisi economica in atto. Quindi anche in presenza di una diminuzione della domanda.

Margine Primario di Struttura

Fra gli indicatori di solidità troviamo il Margine primario di struttura

Formula margine primario di struttura

E’ importante notare il postulato alla base di questo margine, ovvero che il Patrimonio Netto (Mezzi Propri) deve essere maggiore dell’attivo fisso netto (è opportuno che risulti > 0). Significa che io ho acquistato tutte le immobilizzazioni con i mezzi propri.

Questo indice consente di apprezzare la capacità dell’azienda di finanziare le immobilizzazioni attraverso il Capitale Proprio.

Il Quoziente primario di Struttura

Al fine di effettuare le medesime considerazioni in termini relativi, dovrai calcolare il Quoziente primario di Struttura:

Formula quoziente primario di struttura

Il Margine Secondario di Struttura

Esiste un’altra prospettiva per determinare il margine di struttura, ovvero

Formula margine secondario di struttura

Questa seconda prospettiva ti permette di apprezzare in che misura le immobilizzazioni sono coperte da risorse che permangono in azienda per un lungo periodo di tempo.

In questo caso il Margine di struttura è uguale al Capitale Circolante Netto.

Il Quoziente di indebitamento complessivo

Diamo uno sguardo agli indici sulla struttura dei finanziamenti.

Uno di questi indici viene definito indice di indebitamento, che può essere misurato in vari modi. Io utilizzerò il seguente:

Formula quoziente di indebitamento complessivo

Questo indice può dirti quanti euro di debito esistono per ogni euro di patrimonio.

Se questo indice risulta pari a zero significa che l’azienda non ha debiti.

Nel caso in cui questo indice risultasse pari ad uno significherebbe che per ogni euro messo dai soci, l’azienda avrebbe anche un euro di debito.

Se il valore fosse 2 si avrebbero due euro di debito per ogni euro immesso dai soci. Insomma questo indice ti dice quante volte sono i debiti rispetto al Patrimonio Netto. Più l’impresa è indebitata più questo indice è elevato e meno l’impresa è solida

Infatti in presenza di debiti sarà necessario far fronte al loro pagamento ogni mese con i flussi dell’attività operativa della gestione futura, ma se la gestione futura dovesse andare male per qualche motivo contingente l’impresa potrebbe trovarsi in difficoltà per far fronte ai debiti.

Nella voce debiti cosa si inserisce? Solitamente tutti i debiti finanziari, cioè i debiti verso le banche e verso altri finanziatori, sia a breve che a medio lungo termine.

Mettiamo in pratica e riepiloghiamo i dati ottenuti

A partire dai dati che ti ho fornito all’inizio dell’articolo, vorrei calcolare tutti gli indici di cui ti ho parlato. Lasciando stare gli indici di redditività, che ti invito ad andare ad analizzare leggendo l’articolo specifico ad essi dedicato, ti propongo le seguenti tabelle.

Potrai in questo modo verificare e divertirti a calcolare gli indici sulla base delle formule mostrate nell’articolo utilizzando i dati del bilancio riclassificato che ti ho proposto.

Indicatori di finanziamento delle immobilizzazioni
Indici sulla struttura dei finanziamenti
Indicatori di solvibilità

Mi rendo conto che un articolo da solo non può permetterti di diventare una persona esperta dell’analisi per indici.

Tuttavia spero che le informazioni fornite ti siano state utili e che abbiano contribuito a fare in modo che tu voglia intraprendere quel meraviglioso percorso rappresentato dalla creazione del valore nella tua attività.

Ricevi tutti gli ultimi articoli comodamente nella tua inbox!

Inserisci subito i tuoi dati ed iscriviti!

Aiutaci a migliorare ed a garantirti contenuti sempre migliori, vota l’articolo cliccando sulle stelle che trovi qui sotto e condividilo con una persona a cui potrebbe interessare!

GRAZIE! 🤗

Quanto ti è stato utile questo articolo?

Clicca su una stella per votare!

Voto Medio 0 / 5. Conteggio voti: 0

Ancora nessun voto... Vota per primo!

Ci spiace che l'articolo non ti sia piaciuto!

Aiutaci a migliorarlo!

Come potremmo migliorare questo articolo?

Lascia un commento

error: Content is protected !!