Soffriamo più spesso nell’immaginazione che nella realtà.
Lucio Anneo Seneca
Tutti conoscono o hanno conosciuto la paura almeno una volta nella vita. Non mi riferisco al terrore puro o al panico ma alla paura in ogni suo aspetto (la paura di avere una malattia, la paura degli aghi, la paura di amare o di non piacere, ecc. ecc.).
La paura alimenta tutti i tuoi pensieri negativi, annebbia le tue capacità di giudizio ed annienta il tuo desiderio di controllo.
Comunque, sebbene la paura abbia una grande influenza nella tua vita, non sempre lo fa in maniera negativa. La paura, infatti, è essenzialmente un meccanismo positivo, un ingegnoso sistema di protezione naturale inserito nel tuo cervello allo scopo di tenerti al sicuro.
Il problema, però, risiede nell’influenza negativa che la paura può avere nei tuoi confronti: inibendoti, rallentandoti, impedendoti di perseguire i tuoi obiettivi con efficacia.
Anche a me è successo più volte e la soluzione che ho utilizzato l’ho ascoltata direttamente da Tim Ferriss, nel suo speech che ho incluso nell’articolo. Lui stesso ha ammesso più volte: “Questo metodo ha portato ai miei più grandi successi aziendali e personali!”.
Tim chiama questo processo “fear setting” e ti posso garantire che è veramente molto efficace nel rimettere il bavaglio alla paura, aiutandoti a riportare la razionalità al timone di controllo.
Sei pronto a distruggere le tue paure?
Primo Passo: Definisci il Tuo Incubo e Distruggilo!
La paura del fallimento, che a volte viene definita “atychifobia”, è la paura di fallire. Molte persone sono più che disponibili ad accontentarsi piuttosto che provare ad ottenere un traguardo ambizioso. Molte persone, per paura del fallimento, sono disposte ad accettare l’infelicità al posto dell’incertezza.
La paura del fallimento può anche essere correlata al perfezionismo. Questo perché i perfezionisti hanno aspettative talmente elevate, che sono in preda alla paura di non essere all’altezza dei loro stessi standard, ovviamente irrealisticamente elevati.
Quindi il primo passo che devi affrontare, è quello di definire la tua paura allo scopo di riuscire a domarla.
Per fare questo pensa alla paura che stai cercando di dominare ed immagina, qualora si verificasse, lo scenario peggiore possibile. Come Tim stesso racconta, immaginando una scala da 1 a 10, scoprirai che anche lo scenario più nefasto può avere un impatto sulla tua vita di 3 o 4.
Di contro dovresti anche pensare al migliore scenario possibile, sempre su una scala da 1 a 10. Con tutta probabilità sperimenterai un effetto paragonabile ad un 9 o anche 10. Questo perché, come diceva lo stesso Seneca: “Soffriamo più spesso nell’immaginazione che nella realtà”.
Adesso prendi un foglio di carta bianco e scrivi in alto al centro: “E se io…”. Completa la frase inserendo la paura che ti appresti a dominare, quella che ti sta impendendo di agire, di provare a raggiungere il tuo obiettivo ma anche semplicemente qualunque cosa temi e ti stia causando ansia.
Potrebbe essere qualsiasi cosa… Come racconta lo stesso Tim: “Potrebbe essere chiedere a qualcuno di uscire, porre fine a una relazione, chiedere una promozione, lasciare un lavoro, avviare un’azienda.”.
Dopo aver scritto la tua paura scrivi su tre colonne: DEFINIRE, IMPEDIRE e RIMEDIARE.
Nella colonna DEFINIRE scrivi tutte le cose negative che potrebbero capitarti se tu facessi quanto ipotizzato. Esagera, inserisci il peggio che ti potrebbe succedere. Mettine quante ne vuoi ma sforzati di inserirne almeno 10.
Adesso passa alla seconda colonna, IMPEDIRE. In questa colonna scrivi tutto quello che potresti fare per impedire che ciascuna di quelle ipotesi si verifichi o, per lo meno, per ridurre la probabilità o gli effetti negativi anche solo di poco.
Infine, passa all’ultima colonna, RIMEDIARE. In questa sezione scrivi tutto quello che potresti fare per lenire, anche solo di un po’, il danno che subiresti nel caso in cui i tuoi scenari peggiori divenissero realtà. Pensa anche a chi potrebbe esserti d’aiuto, sulla base delle sue specifiche competenze o perché gli è già successa la stessa cosa in passato.
Secondo Passo: Concentrati sui Vantaggi
A questo punto, dopo aver distrutto la tua paura, non ti resta che girare pagina ed indicare quali vantaggi potresti ricavare mettendo in atto i tuoi propositi. Mi raccomando, indica anche i benefici che potresti comunque ottenere in caso di successo parziale o minimo.
Come puoi ben vedere l’applicazione di questo metodo è controintuitivo: si basa sull’enfatizzare tutte le tue paure e sul minimizzare gli aspetti positivi. Esattamente il contrario di come siamo portati a fare normalmente.
Terzo Passo: Il Prezzo da Pagare se Non Agisci
Fino a questo momento è stato facile: gli esseri umani sono sempre molto bravi a considerare tutto quello che potrebbe andare storto se cercano di ottenere qualcosa oppure se provano qualcosa di nuovo.
Ora però per riuscire nello scopo, è necessario fare uno sforzo ulteriore, ovvero evidenziare quale sarebbe il costo della tua eventuale inattività. Il costo opportunità che ti troveresti a subire se non agissi, se non cercassi di mettere in atto quanto necessario per raggiungere i tuoi scopi.
Ed è proprio in questa sezione, che chiameremo “IL COSTO DELL’INATTIVITA’”, che dovrai indicare come immagini la tua vita tra 6 mesi, 1 anno oppure 3 anni se eviterai di agire, se non cercherai di raggiungere i tuoi obiettivi. Finanziariamente, emotivamente, fisicamente, socialmente, a livello familiare, ecc. ecc… Cerca di essere dettagliato, esamina tutti i principali aspetti della tua vita.
Se sarai onesto con te stesso, dopo aver completato questa ultima sezione, non potrai che convincerti che non puoi non agire, che l’inattività non può essere realmente un’opzione.
Conclusione
Scelte facili, vita difficile. Scelte difficili, vita facile.
Jerzy Gregorek
Sono proprio le scelte difficili, quelle che hai paura a compiere, ma che potrebbero darti enormi soddisfazioni, che devi cercare di demolire utilizzando questo metodo. Come suggerisce lo stesso autore, dovresti cercare di annientare con regolarità tutte le tue paure.
Purtroppo il metodo non è sempre risolutivo… alle volte troverai che le tue paure risulteranno fondate… Ma non potrai mai saperlo finché non le avrai messe alla prova del “fear setting”! Comunque io ne ho tratto un enorme beneficio e non posso fare altro che consigliarti di utilizzarlo.
Quando ho qualche Cassandra che urla nella mia testa, sondo tutte le possibili evenienze negative, mi metto tranquillo e mi concentro sulla definizione degli obiettivi, indicandoli sulla mia speciale agenda.
E solo la paura, infatti, che si frappone tra te e la versione migliore di te stesso.
In bocca al lupo!