Meglio Ethereum o Bitcoin? Scopri Come Funzionano e la Differenza tra i due

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Scritto da Christiano

Agente di commercio, responsabile di area, responsabile di filiale ed infine, dal 2006 ad oggi, direttore della divisione noleggio della più importante società italiana di prefabbricazione metallica leggera. Appassionato di investimenti e sempre alla ricerca di modi per creare ricchezza, dal 2014 il mio obiettivo è diventato quello di raggiungere la libertà finanziaria, magari aiutando anche te…

Esistono davvero tante criptovalute: mentre scrivo, sono circa 1.600. Certamente, però, non tutte sono uguali: molte di queste finiranno per non valere nulla, appena scoppierà la bolla. Si tratta, sia chiaro, di cicli normali del mercato: accade anche per le aziende, quelle che magari oggi capitalizzano di più e poi chissà, tra vent’anni, non esisteranno nemmeno.

Bitcoin ed Ethereum fanno la parte dei protagonisti nel “magico mondo” delle criptovalute. Ad un primo esame, sono molto simili tra loro: si tratta di monete digitali che puoi acquistare e mettere nel tuo wallet.

Andando più a fondo, però, scoprirai che le differenze ci sono eccome, e anche sostanziali: vediamo dunque di approfondire insieme.

I Punti in Comune

Foto di Dr-MasterMind da Pixabay

Quali sono i punti in comune tra Bitcoin ed Ethereum? Analizziamoli insieme.

  • Utilizzano il Proof of Work (PoW). Che cos’è? Si tratta di un protocollo di consenso che permette a tutti i nodi della rete – Ethereum o Bitcoin – di concordare lo stato di ogni informazione registrata nella blockchain.
  • Funzionano con l’hash power. La loro blockchain viene alimentata da hash power, la potenza di calcolo ottenuta da hardware ed energia elettrica. La potenza di calcolo della rete Bitcoin è abbastanza accentrata, mentre per Ethereum è ben più distribuita.
  • Transazioni Peer to Peer (P2P). Entrambe le cripto possono essere usate per transazioni peer to peer (P2P). Che cosa significa? Te lo spiego subito. I pagamenti P2P, peer-to-peer o person-to-person, permettono di trasferire denaro istantaneamente tra persone tramite una piattaforma digitale, tipicamente un’app. Il servizio viene offerto tramite wallet digitali: applicazioni che si contraddistinguono dagli strumenti di pagamento più tradizionali per i costi contenuti – spesso gratuiti nelle le loro versioni base – e per la facilità di richiesta e utilizzo.
  • Progetti Open Source. Bitcoin ed Ethereum sono entrambi progetti open source, con grandi comunità di sviluppatori che lavorano al progetto. Anche qui, spieghiamo i termini. Che cosa si intende con open source? Secondo la definizione “enciclopedica”, l’espressione fa riferimento a un software di cui l’utente finale, che può liberamente accedere al file sorgente, è in grado di modificare a suo piacimento il funzionamento, correggere eventuali errori, ridistribuire a sua volta la versione da lui elaborata. L’esempio più noto è il sistema operativo Linux. La distribuzione di un software in formato open source presuppone la rinuncia da parte dei programmatori al diritto di proprietà intellettuale.
  • Reti decentralizzate. Entrambe le criptovalute godono di una rete di nodi indipendenti molto ben sviluppata e non vengono emesse da uno Stato o una Banca Centrale. Sia l’una che l’altra usano la blockchain per tenere traccia delle loro transazioni.

Differenza tra Bitcoin e Ethereum

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Sembrano molto simili osservandole distrattamente tuttavia le differenze tra Bitcoin ed Ethereum sono molteplici ed abbastanza marcate.

Segue una sintesi delle principali diversità.

Le Origini

Foto di Zhivko Dimitrov da Pixabay

Entrambe le cripto nascono dalla pubblicazione di un white-paper, rispettivamente di Satoshi Nakamoto, per Bitcoin, e Vitalik Buterin, per Ethereum.

Il loro successivo sviluppo, però, è molto diverso. Bitcoin si è basato subito sul mining e funziona tutt’ora con il medesimo concetto, mentre Ethereum ha visto la luce mediante una ICO, dove una quantità già minata di criptovaluta è stata distribuita agli investitori che – ironia della sorte – hanno pagato il loro investimento principalmente con Bitcoin.

Buterin è ancora estremamente coinvolto nel progetto ed ha un’ampia influenza personale mentre, come certamente saprai, Satoshi Nakamoto è sparito e nessuno sa chi sia veramente.

Utilizzo

Foto di Die Wirtschaftsnews da Pixabay

L’uso delle due piattaforme è molto diverso e vale la pena approfondirlo insieme, per capire anche quale delle due criptovalute sia la migliore, in rapporto certo, sempre, alle tue esigenze.

Ethereum è una piattaforma costruita appositamente per far girare applicazioni decentralizzate utilizzate principalmente per gaming e DeFi. Che cosa significa? Anche qui vado a spiegarti subito la terminologia per chiarezza.

Un’applicazione decentralizzata (Dapp) è un’applicazione costruita su una rete decentralizzata che combina un contratto intelligente – smart contract, protocolli informatici che facilitano, verificano, o fanno rispettare, la negoziazione o l’esecuzione di un contratto, che inoltre di solito hanno anche un’interfaccia utente e spesso simulano la logica delle clausole contrattuali – e un’interfaccia utente frontend. Su Ethereum, i contratti intelligenti sono accessibili e trasparenti, come le API aperte, quindi la tua Dapp può persino includere un contratto intelligente scritto da qualcun altro.

Che si intende poi per DeFi? Semplice. Si tratta di «Finanza Decentralizzata», una forma sperimentale di sistema finanziario che non si basa su intermediari finanziari centrali come broker, exchange o banche e utilizza invece smart contract sulla blockchain. Le piattaforme DeFi consentono alle persone di prestare o prendere in prestito fondi da altri, speculare sui movimenti dei prezzi su varie attività utilizzando derivati, scambiare criptovaluta, assicurarsi contro i rischi e guadagnare interessi in un conto di risparmio. Alcune applicazioni DeFi, soggette ad alto rischio, promuovono tassi di interesse elevati. A partire da ottobre 2020, oltre 11 miliardi di dollari sono stati depositati in vari protocolli di finanza decentralizzata, che rappresenta una crescita più che decuplicata nel corso del 2020. Attualmente l’economia DeFi vale circa 6 miliardi di dollari. In questo momento esistono circa 200 progetti DeFi ed il 90% sfrutta la rete Ethereum.

ETH è la moneta che devi pagare per “far girare” il tuo software sulla sua rete, Ethereum Virtual Machine, una sorta di supercomputer decentralizzato. Le persone utilizzano ETH come moneta, benché non sia stata pensata per questo.

Bitcoin, invece, rappresenta un’ottima alternativa come riserva di valore: si tratta di una sorta di “oro digitale”, dove potrai mettere al riparo il tuo potere d’acquisto dalla svalutazione monetaria in atto. Certo, non possiamo dire che si tratti di una vera e propria alternativa al denaro: infatti, non si possono fare più di circa 2500 transazioni ogni 10 minuti. Al contrario, come ben sai, le carte di credito fanno girare milioni di operazioni. A prescindere da ciò, ricorda comunque che BTC può essere convertito in una qualunque altra forma di denaro, senza alcun problema e in ogni momento.

Algoritmo

Foto di Tobias_ET da Pixabay

Molte differenze sussistono poi anche quanto all’algoritmo utilizzato dalle due criptovalute.

ETH usa l’algoritmo Ethash: un algoritmo di mining Proof of Work implementato dalla rete Ethereum e da altre criptovalute basate su Ethereum.

BTC utilizza l’algoritmo SHA256: un algoritmo che genera un hash – una «funzione unidirezionale», che la rende adatta per controllare l’integrità dei tuoi dati, sfidare autenticazione, antimanomissione, firme digitali, blockchain – quasi unico a 256 bit (32 byte) di dimensioni fisse. Un numero estremamente difficile da trovare ma, non appena fornito alla rete, tremendamente facile da verificare.

Linguaggio Nativo di Programmazione

Foto di Elchinator da Pixabay

Anche qui le diversità sono sostanziali.

ETH usa Solidity, un linguaggio di programmazione progettato per lo sviluppo di contratti intelligenti eseguiti su Ethereum. Dato lo scopo per cui la criptovaluta è stata creata, essa necessita di un linguaggio di programmazione molto complesso. Gli smart contracts su Ethereum, infatti, sono creati in un linguaggio di programmazione Turing-completo, o Turing-equivalente (che nella sostanza, come già avevamo spiegato in uno dei nostri articoli, significa che il tuo meccanismo può eseguire qualsiasi algoritmo cui potresti pensare). I bugs qui non sono una rarità e molti milioni di dollari sono andati persi a causa di tale vulnerabilità.

BTC utilizza invece C++, un linguaggio di programmazione sviluppato nel 1983 all’interno dei Bell Labs come evoluzione del linguaggio C. Si tratta di un codice robusto e meno vulnerabile ai bug. Supporta nativamente solo gli smart contract più semplici. Alla rete Bitcoin, non a caso, interessa avere decentralizzazione, alti livelli di sicurezza e la resistenza alla censura.

Algoritmo di Consenso

Foto di xresch da Pixabay

Si tratta della base su cui sono state costruite tutte queste nuove tecnologie. Con tale algoritmo, milioni di persone possono coesistere e operare transazioni senza problemi nella blockchain. In pratica, l’algoritmo di consenso è una sorta di “giudizio salomonico” che si rivela come il miglior beneficio per la comunità e che è in grado di mettere d’accordo tutti. Ci sono moltissimi algoritmi di consenso, creati appositamente per lo scopo. Noi ci concentreremo sui due che ci interessano di più in questo momento: il già citato Proof of Work (PoW) ed il Proof of Stake (PoS).

PoW significa letteralmente «prova di lavoro» e si basa sulla soluzione di un complesso problema matematico a difficoltà crescente. Questo genera una rete sempre più grande, con una potenza di calcolo in continua espansione, con la possibilità che essa si accentri a tal punto da poter fare anche ciò che non si potrebbe fare, come riscrivere la blockchain o cambiare il libro mastro dove le transazioni sono state annotate. Questo è uno dei rischi a mio avviso più elevati. Inoltre, il difetto di questo algoritmo è che porta ad un grande consumo di energia, nonché alla già menzionata centralizzazione della potenza di calcolo.

PoS significa letteralmente «prova di puntata» e, verosimilmente, è stato creato nel tentativo di risolvere i punti deboli del PoW. Il consenso si ottiene dimostrando il possesso di valuta: dunque, più monete hai, maggiori saranno le tue possibilità. Il funzionamento a sommi capi è il seguente.

  • Devi avere una certa quantità di valuta sul tuo wallet per essere idoneo ad essere estratto a sorte.
  • Se vieni selezionato, dovrai depositare un certo ammontare di valuta per qualificarti e, sulla base del tuo peso percentuale sulla rete, avrai la possibilità di minare la medesima quantità di blocchi (e quindi di valuta) in maniera direttamente proporzionale. Ad esempio, se possiedi il 5% di tutte le monete, potrai minare il 5% dei nuovi blocchi.
  • Tale stake, questa «puntata», va a garanzia del lavoro che andrai a svolgere: se cercherai di barare, perderai la tua puntata.

ETH utilizza attualmente PoW, come anche BTC: non a caso, poco sopra te lo abbiamo citato come uno tra i punti in comune. C’è però una differenza fondamentale: a causa dell’enorme quantità di transazioni sulla sua rete, Ethereum sta cercando di evolvere verso PoS. Con questa transizione non saranno più necessari notevoli investimenti in hardware ed energia ed i costi per il mantenimento della rete saranno sostanzialmente virtuali: basterà disporre della moneta per avere la possibilità di partecipare alla creazione della nuova valuta e garantirsi il block reward.

BTC, invece, utilizza esclusivamente PoW: con una diversità fondamentale, però, rispetto a ETC.

Per Bitcoin l’algoritmo PoW – come già anticipato – è SHA256: un algoritmo molto sicuro, minato utilizzando un hardware specifico definito ASIC Miner, Application Specific Integrated Circuit, espressamente costruito per questo scopo.

Ethereum, al contrario, utilizza un PoW basato su Ethash: esso è molto faticoso da minare con un ASIC Miner, mentre è molto più comune utilizzare delle GPU, normali processori grafici che ogni computer possiede – sicuramente meno accentrate ma molto meno sicure.

Politica Monetaria

Foto di Лечение Наркомании da Pixabay

Anche qui esistono numerose differenze. Vediamole insieme.

BTC è una moneta deflattiva per antonomasia: l’offerta di denaro scende costantemente mediante l’applicazione dell’halving e del block reward. Di che cosa parlo? Te lo spiego subito.

II block reward è il sistema premiante alla base della creazione di nuova moneta.

L’halving, invece, che letteralmente significa «dimezzare», è il mezzo per cui l’inflazione subita dalla moneta in circolo è decrescente: la nuova moneta creata, infatti, va ad inflazionare quella esistente.

La creazione di nuova moneta avviene risolvendo un complesso problema matematico a difficoltà crescente: ciò di cui sopra parlavamo come la «base dell’algoritmo di consenso». Quando la soluzione al problema viene trovata, si dice in gergo che risulta «risolto un blocco», vengono creati nuovi Bitcoin che si aggiungono a quelli esistenti, che formano la massa monetaria già in circolo.

Il premio per il miner che risolve l’equazione è il block reward (i nuovi Bitcoin creati) e, in misura molto minore, le commissioni legate ai trasferimenti di valuta avvenuti all’interno del blocco.

L’halving invece “dimezza” il block reward ad intervalli regolari, all’incirca ogni quattro anni. Pertanto, sempre meno Bitcoin saranno coniati in futuro, fino a sospendere completamente la creazione di nuova moneta, una volta che saranno stati minati tutti i 21 milioni di Bitcoin previsti: cosa che dovrebbe avvenire, secondo le previsioni, per il 2140.

Se vuoi approfondire bene come funziona questa fantastica criptovaluta, ti consiglio di leggere l’articolo relativo.

Per ETH, invece, non c’è alcun limite all’espansione monetaria: non troppo differentemente da quanto accade per le valute fiat, è possibile emettere, potenzialmente, un numero infinito di moneta. Ogni 14 secondi un nuovo blocco viene creato e nuovi ETH sono coniati.

Come avrai notato, dunque, la velocità di creazione di nuova moneta è molto superiore in ETH che BTC: c’è una sorta di bilanciamento tra sicurezza e velocità. Non puoi avere entrambi.

Conclusioni

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

In sintesi, come hai potuto verificare leggendo sin qui le analisi realizzate, BTH e ETC sono criptovalute molto più diverse di quanto possa sembrare. Non è d’altronde così strano, né illogico: sono state concepite e create con obiettivi completamente diversi.

Su Focus Crescita siamo interessati non tanto all’aspetto tecnico, su cui qui pure ci siamo voluti soffermare, quanto al valore tangibile per te che ne deriva.

  • Bitcoin è una riserva di valore già dal suo concepimento;
  • Ethereum assume valore per l’utilizzo che può garantire.

Vuoi sapere in conclusione come la penso? Personalmente non gradisco l’infinita offerta di denaro di ETH. Alla luce di tutta questa lunga analisi, ritengo comunque che avrai potuto farti la tua idea in merito: investi perciò come meglio credi!

Qui non intendiamo erogare consigli, ma limitarci a spiegare semplicemente il nostro punto di vista: quello che vediamo indossando il nostro “paio di occhiali”. La scelta, alla fine, spetta sempre a te.

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